Orgoglio Piacenza
Professore di Statistica Università degli Studi di Milano
Sì è laureata in Scienze Statistiche presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, svolgendo un periodo di un anno presso la Strathclyde University in Scozia, ha svolto il dottorato di ricerca in Statistica presso L’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Da 20 anni insegna Statistica all’Università degli Studi di Milano, coordina la laurea magistrale in Data Science for Economics, dove insegna Statistical Learning e Machine Learning. È nata a Groppallo nel 1976. Lì è cresciuta a pane, valori e mariola.
Il mio legame con Milano è molto forte, amo lavorare a Milano, amo le sue luci, la sua dinamicità, i suoi angoli distratti e pieni. Prendo il treno dal 1995, quando ho iniziato l’Università. Adoro il treno, il mio momento rubato, sospeso. Leggo, penso, parlo con le persone. Ho tanti amici e amiche “del treno” con cui in 25 anni ho fatto un pezzo di strada, non solo sulle rotaie. Ma come direbbe Pavese, un paese ci vuole, e il mio paese è Groppallo. Su quel cucuzzolo a mille metri di altitudine, raggiungibile dopo sette chilometri di erta fatta di cento curve, dove il vento accarezza i monti e porta l’aria del mare, ho capito chi sono. Sono molto fiera delle mie origini montanare. Ho imparato dalla mia famiglia allargata il valore del lavoro, dell’impegno, della generosità, dello spendersi per gli altri, del fare sempre il massimo. Ho imparato a fare il mio, a parlare e anche a fare silenzio. Milano è troppo lontana da Groppallo. Piacenza è la mia terra di mezzo, tra la nebbia, riesco a tenere insieme la Silvia di Groppallo e quella di Milano. Poi sono mamma. Piacenza mi ha supportata, con i suoi servizi scolastici, i pre-scuola, i dopo-scuola, il tempo prolungato, la mensa, le società sportive, accoglienti e ben organizzate, la parrocchia con i grest, le vacanze, i gruppi. Sarò stata fortunata, ma quando racconto ad amici e colleghi come è essere mamma e prof-fuori-sede, si stupiscono. Noi spesso dimentichiamo che questa città intrecciata, questa piccola rete che ci fa incontrare ovunque sempre le stesse facce, in realtà è una grande risorsa, un sostegno.
Posso dire di avere avuto la fortuna di mettere insieme le mie passioni e il mio lavoro. Sono una persona curiosa, ho sempre avuto un desiderio trasversale di conoscere il mondo, di guardare più da vicino, più in profondità, di scoprire. La statistica è la scienza al servizio delle altre scienze per conoscere meglio la realtà. Per descriverla, misurarla e anche migliorarla. Mi piace fare ricerca, mi appassiono ai contesti di applicazione che studio. Mi piace vedere le cose da vari punti di vista, smontare i preconcetti, sviscerare le diverse evidenze empiriche, dare spazio all’errore, al non controllabile. Riabilitare l’incertezza, il non prevedibile. L’altra mia grande passione è insegnare, divulgare, condividere con gli altri quello che so fare e che ho imparato. Provo a cogliere ogni occasione per diffondere la Data Literacy, la capacità di leggere i dati in modo critico. Credo fermamente che nell’era dei big data, dove i dati siamo noi, questa competenza è necessaria, soprattutto ai giovani, per non essere manipolabili. È uno strumento di democrazia. È una sfida per me convincere ogni ragazza e ragazzo che anche lui può, in generale, non solo con dati e numeri. Qualcuno lo ha fatto con me, tanti anni fa, provo a restituire quello ho ricevuto. Poi ovviamente amo la cucina, i salumi, le scampagnate in montagna. Non poteva essere altrimenti.
Ci sono molti luoghi legati alla mia infanzia e ai miei ricordi, ma se devo dire quale è il mio luogo del cuore, dico Santa Franca, sul crinale tra Farini e Morfasso, con la sua chiesetta bianca, nel meraviglioso pianoro circondato da faggi secolari. Le feste di agosto, le bancarelle, le collane di nocciole, i pic-nic, le capanne. Una delle mie gite preferite che faccio spesso in varie stagioni dell’anno è il sentiero che da Santa Franca conduce al Monte Menegosa, un monte che visto da vicino, sorprende: un susseguirsi di affioramenti e praterie sommitali circondati da ben quattro cime, di cui tre facilmente raggiungibili. Lassù lo sguardo è libero di spaziare sul vicino monte Lama, sulla Val Nure, la Val d’Arda e sulla pianura Padana con tutto l’arco alpino
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