Orgoglio Piacenza
CEO di Keda
Nato e cresciuto a Piacenza, si laurea all’Università Bocconi, con una tesi in teoria dei giochi. Prosegue gli studi con un MBA alla Rotterdam School of Management, mentre lavora nell’ambito della ricerca per il gruppo ENI. Poco dopo la sua strada professionale incrocia quella di Alessandro Profumo, allora direttore generale di Credito Italiano, che stava lanciando il progetto di sviluppo di Unicredit. Lui stesso la definisce: “un’esperienza formidabile! Per un giovane di 26 anni poter essere parte e contribuire alla trasformazione di una grande Banca di Stato nel primo Gruppo Bancario Italiano di respiro veramente europeo, è stata un’esperienza professionale ed umana ricchissima”. La sua carriera in Unicredit, che lo ha portato ad essere Vicedirettore Generale del Leasing con responsabilità sui mercati internazionali, è sempre stata legata alla finanza del mondo delle imprese, in particolare, nella zona est europea. Dopo 21 anni vissuti nel Gruppo, decide di intraprendere una carriera imprenditoriale nel nascente mondo del Fintech con l’obiettivo di innovare il modo con cui si possono offrire servizi finanziari alle PMI italiane. Dapprima come investitore e consigliere in Epic Sim, ora società del gruppo Azimut Libera Impresa, poi di altre piattaforme specializzate nel Supply Chain Finance. Dal 2017 questa attività è svolta tramite Keda, una società di consulenza e investimenti che punta ad affiancare gli imprenditori nel non sempre facile compito di valorizzare al meglio le proprie aziende, frutto generalmente di decenni di impegno e sacrificio. “Ci stiamo specializzando nell’arte di “far emergere il diamante dalla roccia che a volte lo nasconde”. Nel 2022 ha progettato e tenuto il primo Corso di Economia Digitale presso l’Università Cattolica di Piacenza e Cremona. “Una buona formazione dei giovani è un bene di valenza pubblica preziosissimo di cui forse non c’è pienamente contezza forse perché i benefici (o i limiti) di una buona (o cattiva) formazione fatta oggi li si vedono generalmente ad anni di distanza. E con una società che gradualmente sta invecchiando ed un’economia che si sta fondando sempre più sulla conoscenza la qualità del capitale umano diventa un valore imprescindibile. Da questo punto di vista penso che riportare in ambito accademico la conoscenza sviluppata nell’ambito delle diverse esperienze professionali unendo alla teoria (imprescindibile per abituarsi a “pensare bene”) anche il riscontro della pratica, penso possa essere qualcosa di utile per ragazzi che, a breve, entreranno nel mondo del lavoro. Da ultimo ma non per questo meno rilevante, è membro del Consiglio Generale della Fondazione Piacenza e Vigevano e coordina la Commissione Investimenti. “Un grande onore poter servire questa importante istituzione locale che ha impatti positivi sulla vita di tanti concittadini e lavorare con una squadra di persone di grande spessore e sensibilità.”
Malgrado abbia avuto impegni professionali lontano da Milano e dall’Italia, Piacenza è rimasta – con diversa intensità ovviamente - il centro dei miei interessi vitali. Insomma, una vita più da “pendolare” che da espatriato. Perché quella del pendolare è una condizione peculiare: faticosa ma anche fonte di ricchezza per sè e, sperabilmente, per la propria comunità. E’ indubbio infatti che avere il lavoro e la testa spesso in giro per il mondo consente di aprire la mente, incontrare persone e culture diverse, tessere relazioni. Nel contempo non si può non riconoscere il valore profondo, direi quasi tranquillizzante, di sapere di avere un casa a cui fare ritorno. E in questo pendolo che oscilla continuamente tra locale e globale, un peso importante lo gioca la cucina piacentina. Come tanti imprenditori del nostro territorio ho avuto l’opportunità di ospitare a Piacenza colleghi e clienti russi, svedesi, spagnoli, inglesi, svizzeri ed è chiaro che la qualità e la specificità della nostra cucina rappresentano comunicano immediatamente il valore del nostro territorio.
Ahimè le mie energie sono dedicate in gran parte al lavoro e ai nuovi impegni e progetti che ho intrapreso. La seconda passione è la lettura e lo studio. Leggo tantissimo, di tutto, in modo quasi compulsivo anche per colpa dei social che, per me, hanno rappresentato la parola magica che ha dischiuso – sapendo ovviamente cercare bene - un mondo infinito di informazioni di ottima qualità.
Il posto che ho scelto innanzi tutto racconta una storia di amicizie e di impegno per l’educazione (umana e cristiana) dei ragazzi. Veano è stato infatti per decenni il centro di tante iniziative formative dell’Azione Cattolica dei Ragazzi di Piacenza. Complice la magia di questo spazio sospeso tra la pianura padana e l’Appennino circondato dalle tipiche bellezze che sono testimoni di tutte le valli piacentine: vigneti e boschi, i fiumi che delimitato lo scenario, dolci colline, microscopiche vallate e piccoli laghetti collinari. Questo è Veano con i suoi dintorni: partendo dall’imponente viale alberato, lunghissimo, oltre 4 chilometri, da percorrere esclusivamente a piedi o in bicicletta, costeggiato da Tigli e Gelsi che mutano chiome e colori a seconda delle stagioni, fino a alla settecentesca Villa Zanardi Landi, oggi appartenente all’Opera pia Alberoni, un monumentale e meraviglioso complesso edilizio. Penso che Veano sia uno dei posti più belli sia per l'estetica naturalistica sia perché riassume un pezzo della cultura piacentina: tutto il mondo del Cardinale Giulio Alberoni, una figura storica di portata enorme. I dintorni non sono da meno, a partire da Bicchignano, con i ruderi del “Castellone”, una fortificazione, citata per la prima volta in un documento risalente al 1043, costruito con lo scopo di controllare l'imbocco della val Nure, la stupenda strada panoramica del Bagnolo che si snoda tra chiesette, ville e resti di fortificazioni, fino ad arrivare al Castello di Riva, nei pressi Ponte dell’Olio.
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