Orgoglio Piacenza
Pittore
Dopo un periodo iniziale dove il tempo che poteva dedicare alla pittura era solo quello extra lavoro, nel 1980 decide di dare priorità all’arte e che doveva vivere solo del suo mestiere di artista. Frequenta scuole d’arte e studi dove può formare al meglio il suo modo di considerare l’arte. Il primo incontro è stato con Ettore Brighenti, un incisore che aveva la bottega alla Loggia dei Notari a Castell'Arquato, che gli ha insegnato che cos'è l’acquaforte e le incisioni in generale, tecnica di cui si innamora e che ha caratterizzato tutta la sua opera. Consolida la sua formazione al DAMS di Bologna, ma soprattutto frequentando corsi internazionali di grafica a Urbino, dove incontra i suoi veri due maestri: Renato Bruscaglia che insegnava la tecnica dell'incisione e Carlo Ceci che insegnava litografia. Il suo prepotente interesse verso la grafica d'arte, lo ha spinto a specializzarli nelle tecniche incisorie e pittoriche pure perché, per lui, “linguaggio e la tecnica sono la stessa cosa”. Si definisce lontano da una pittura gestuale, semplicemente perché crede nella pittura pensata continuamente, meditata nel fatto soprattutto compositivo e nel fatto cromatico. Oltre ad una intensa attività artistica, si è dedicato all’insegnamento dell’incisione e ha tenuto corsi di specializzazione a Piacenza, Venezia, Milano, Genova, Portland Algeri e Urbino. Tra le tante ha esposto in collettive e in personali a Milano, Norimberga, Portland, Parigi, Losanna, Algeri, Resemburg e Amsterdam.
Piacenza è il trait d’union tra la tranquillità della cittadina media e la vivacità di tantissime proposte culturali e artistiche. Un luogo dove vivere a misura d’uomo con le possibilità di vivere di scoperte e di possibilità.
Le mie passioni sono comunque legate al mio lavoro, perseguire l'indagine sul linguaggio artistico, anche andando a vedere mostre per scoprire lo stupore degli altri. Sono appassionato di mobili antichi e di lettura, in particolar modo dei grandi classici.
Adoro il borgo medioevale di Castell’Arquato. Passeggiare nei vicoli e lasciarsi abbacinare da piccole imperdibili bellezze: tra le meraviglie architettoniche mi piace ricordare il Torrione Farnese, o Torrione del Duca, una torre rinascimentale che accompagna con la sua presenza chi passeggia nel centro storico o il semisconociuto Conservatorio Villaggi, un convento di clausura delle suore “Luigine” datato 1600. Nel piccolo museo della Collegiata di Santa Maria Assunta, a cui si accede attraversando lo splendido chiostro della fine del XIII secolo, spiccano la Deposizione di Ignaz Stern e la Croce astile: banalità della complicazione. Nelle immediate vicinanze è irrinunciabile perdersi nella purezza architettonica del fonte battesimale nel piccolo battistero di Vigolo Marchese.
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