Orgoglio Piacenza
Neurochirurgo
Laureato in medicina e chirurgia presso l’Università di Parma nel 2002, specializzato in Neurochirurgia sotto la guida del Professor Eugenio Benericetti nel 2007 inizia la sua attività di reparto ancora studente di medicina alle prime armi, sviluppa negli anni attitudine e passione per la micro chirurgia e per lo studio delle nuove tecnologie applicate e dell’anatomia cerebrale. Durante gli anni di specialità ha avuto la possibilità di conoscere i maestri della neurochirurgia internazionale e di maturare molti approcci diversi ad una delle discipline ritenute fra le più complesse della chirurgia. Inizia prestissimo l’addestramento alla chirurgia in cui trova eccezionale attitudine sia per la manualità che per l’atteggiamento caratteriale, e già nei primi anni di neo specialista vanta un importante esperienza e casistica. Vince il concorso di ruolo a Parma all’età di trent’anni ed è professore a contratto presso l’Università. Nonostante le eccezionali premesse decide di uscire dall’ambiente ospedaliero e sviluppa consulenze presso i principali gruppi ospedalieri del Nord Italia come il gruppo Humanitas , il gruppo San Donato e il gruppo di Villa Maria Cecilia. All’età di quarant’anni decide però di ritornare a Piacenza e dall’incontro con il professor Sanna nasce lo sviluppo di un reparto di micro-chirurgia vertebrale presso la Casa Di Cura Piacenza di cui tuttora è responsabile e la fondazione del Gruppo Neurochirurgico, un network di professionisti di varie branche mediche e non solo al fine di sviluppare competenze sinergiche e nuove tecnologie.
Adoro la mia città perché sempre mi ha sostenuto e dato fiducia, tutto quello che per me è importante e qui, a casa: la mia famiglia, la mia infanzia, le mie più grandi amicizie, i miei professori, l’incontro con persone che mi hanno trasferito l’importanza dell’impegnarmi e la passione che deve essere sempre il sale di ogni cosa.
Da sempre, ciò che mi ha appassionato, risvegliando in me la curiosità e segnando profondamente il mio carattere, è il contatto con la natura. Fin da bambino ho vissuto sia la passione dei nonni paterni che erano coltivatori di frutteti in particolare di ciliegie ( San Giuliano e Villanova famose per questa specialità), che dei miei nonni materni pescatori e allevatori di cani da caccia (Orgoglio è stata la selezione della razza canina da lavoro il “ Bracco del Trebbia” ), avvicinandomi con passione ai ritmi della natura, alle sue regole e al mondo degli animali, fino ad esplorarne un aspetto tutto mio, il mare e la navigazione a vela.
Tutta la nostra provincia offre paesaggi molto diversi fra loro, ma, ognuno nelle sue peculiarità, di grande interesse naturalistico e enogastronomico. Mi piace raccontare, a chi ancora non le conosce, le intime lanche del Po e dei suoi affluenti, riserve incontaminate e tramonti unici ad esempio nelle località di San Nazzaro e dell’Isola Serafini, o gli spazi sempre uguali e sempre diversi tipici della bassa, dove regalarsi suggestive e rilassanti passeggiate tra i frutteti di San Giuliano e Villanova nella stagione primaverile della fioritura. La storia ha lasciato, quasi in ogni paese della Bassa piacentina, meravigliose tracce del suo passaggio: Il Castello Pallavicino-Casali a Monticelli d’Ongina, la Rocca Mandelli a Caorso e il Castello di San Pietro in Cerro, luogo speciale di proposte culturali. Le tante trattorie della zona sono tappe obbligate per gustare un buon piatto tipico. Mi piace ricordare alcune: il Magaton sul Po a Caorso, la Trattoria da Maria a Fogarole, La finestra sul Po e Trattoria Cattivelli, entrambe a Monticelli. Ognuna di loro offre, a chi apprezza la buona cucina , un viaggio enogastronomico senza pari, dove ogni casa porta in palmo di mano il “Suo tortello”, il “Suo Anolino”, “il Suo Pisarei e Faso”, la “Sua Picula”, tutti piatti rigorosamente piacentini, tutti originali, ma diversi e unici. I tour paesaggistici e culinari della nostra provincia sono un’occasione unica per dimenticare lo stress e la frenesia di ogni giorno. Anche davanti a problemi di salute non nascondo che con i miei pazienti, parliamo anche di questo e quelli che vengono da altre città, dopo la visita fanno ormai tappa fissa nelle nostre gastronomie, salumifici e fanno incetta, fermandosi nelle nostre trattorie. Quando, anche in condizioni di sofferenza, si trova il piacere di condividere un momento di giovialità, nasce la “medicina” più forte di tutte: la cura dello spirito.
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