Orgoglio Piacenza

William
Xerra

Pittore
 

Chi sono

Si forma nella tradizione della pittura informale italiana tra gli anni Cinquanta e Sessanta e se ne allontana successivamente, dapprima sotto l'influenza delle poetiche oggettuali e in seguito per seguire le pratiche della Poesia Visiva e della Scrittura.
Collabora con scrittori e poeti del Gruppo 63 quali Corrado Costa, Adriano Spatola, Nanni Balestrini, Antonio Porta e Sebastiano Vassalli.
Tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta il suo interesse prevalente è rivolto all'indagine dello spazio.
Nel 1970 conosce Pierre Restany, critico d'arte già fondatore del movimento del Nouveau Réalisme, con il quale sviluppa una profonda affinità intellettuale.
Nel 1972 nelle sue opere compare la parola Vive: un termine proprio del lessico tipografico di cui si serve per "riabilitare vecchie stampe cancellate, frammenti di immagini dimenticate o parzialmente scomparse (nel 1986 Federico Zeri scriverà che «il Vive del 1972 resta per me un risultato di eccezionale forza e inesauribile suggestione»).
Nel 1973 inizia a utilizzare frammenti antichi con l'adozione del "telaio interinale", e da allora apre una sezione particolare in cui il suo lavoro si pone a confronto con la dimensione del sacro. Ne fanno parte interventi ambientali come il Dolmen ai Caduti della Resistenza, eretto a Piacenza nel 1976; come il Percorso rituale nei Sassi di Matera del 1979, processione ascendente con l'accompagnamento di una piccola banda musicale di paese; a questa performance è stata dedicata una mostra da Cristina Moregola Gallery di Busto Arsizio nel 2019.
Tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta i suoi lavori sono esposti nelle mostre Venerezia (Palazzo Grassi, Venezia, 1978), Testuale (Rotonda della Besana, Milano 1979); nel 1989 a Pavia con Vive; sempre nel 1980 a Metafisica del quotidiano alla Galleria d'arte moderna a Bologna e Linee della ricerca artistica in Italia 1960-1980 (Palazzo delle Esposizioni, Roma, 1981).
Tra il 1985 e il 1990 partecipa alla rassegna Milano-poesia. Nel 1987 viene invitato da Filiberto Menna alla mostra itinerante Pittura-scrittura-pittura, mentre nel 1988 partecipa alle Olympiades des Arts al Museo di Arte Contemporanea di Seoul dove rappresenta l'Italia insieme con Burri, Perilli, Rotella, Vedova, Bertini.
Mazzotta editore pubblica nel 1995 La soglia del visibile, un volume a cura di Aldo Tagliaferri che ricostruisce il suo percorso artistico.
Verso la fine degli anni Novanta realizza un ampio ciclo pittorico sull'iconografia della Via Crucis, esposto in diverse personali, l'ultima delle quali si tiene al Centro Cultural Recoleta di Buenos Aires nel 2003.
Nel 2002 presenta alla Fondazione Mudima di Milano il manifesto Io mento letto da Pierre Restany, discusso lo stesso anno a Piacenza nell'ambito di un convegno al quale partecipano tra gli altri Giorgio Celli, Gillo Dorfles, Pier Aldo Rovatti.
Nel 2003 presso le Scuderie della Pilotta a Parma viene allestita un'antologia a cura di Lucia Miodini. L'anno successivo Remo Bodei e Sandro Parmigiani presentano la sua personale nel Palazzo Magnani di Reggio Emilia.
Nel 2006 è presente alla X Biennale di Architettura di Venezia; al Parma Poesia Festival con la personale intitolata il segno dell'imperfezione a cura di Eugenio Gazzola.
Nel 2007 le sue opere sono esposte al MART di Rovereto nell'ambito della mostra La parola dell'arte. Due anni dopo la Fondazione Lercaro di Bologna allestisce la mostra Dolore di Dio, storia dell'uomo: Luttringer, Manzù, Xerra a cura di Andrea Dall'Asta.
Successivamente è presente in Cantiere del 900 Gallerie d'Italia a Milano; con Dialogo Assente alla galleria Oudin a Parigi, insieme a Marcel Alocco (2012); nell'esposizione alla Triennale di Milano delle opere delle collezioni del Museo MA°GA (2013), in L'Orlando Furioso: incantamenti, passioni e follie, l'arte contemporanea legge l'Ariosto, a cura di Sandro Parmigiani, a Palazzo Magnani di Reggio Emilia (2014); in Videoarte 1973- 1979 a Palazzo dei Diamanti di Ferrara (2015) e opere della collezione Paolo VI nel Museo di Concesio di Brescia a cura di Paolo Bolpagni.
Lo spazio l'Originale di Milano organizza con i Cento Amici del Libro, nel 2017, la personale il Verbo incerto del tempo, a cura di Roberto Borghi e nello stesso anno Xerra partecipa a La disattivazione del nucleare: la scienza a servizio delle generazioni future, esposizione realizzata da Joint Research Centre della Commissione Europea a Ispra.
Nel 2018 è presente in Peinture-écriture a cura di Jean Iborra, al museo di Vence (Francia), alla Triennale di Milano in La Lettura 360, esposizione delle copertine del supplemento culturale del Corriere della Sera a cura di Gianluigi Colin e realizza con Gionata Xerra il video "(Some )One of you will betray me” per Leonardo 500.
Mentre proseguono gli impegni sul piano storico e documentale, Xerra dedica le piĆ¹ recenti produzioni al libro d'artista e alle opere ambientali, di cui il Muro di Farini (2016) costituisce uno degli esempi.

Perché Piacenza

Piacenza è la città dove ho sempre amato tornare.
Una città dove la storia ha lasciato tracce importanti che accompagnano ogni passeggiata.
Palazzi disegnati con eleganza e ricchezza, immobili e silenziosi, che attendono lo sguardo dei passanti.

Passioni

La mia grande passione è l’osservare, il guardare e il provare a vedere.
La curiosità che scorre e alimenta il fuoco della vita e della creazione è una parte naturale e importante di tutta la mia esistenza.
Sin da piccolo ho sentito la necessità di guardare, copiare e in seguito interpretare.

Cosa vorrei raccontare di Piacenza

Il centro di Piacenza è una bellezza ritrosa, che si concede a chi ha la volontà di alzare lo sguardo, palazzi disegnati, ricchi di particolari che raccontano una elegante ricchezza architettonica che nei secoli si è susseguita costruzione dopo costruzione.
Piazza Cavalli, cuore della città, è assolutamente straordinaria e unica. Le statue equestri del Mochi, considerate tra le statue più importanti del barocco italiano, sono racchiuse, in uno scenografico abbraccio, dal meraviglioso Palazzo Gotico datato fine 1200, le cui linee pulite si contrappongono al fronteggiante Palazzo del Governatore progettato nel 1787 ricchezza di eleganti dettagli.
Su un lato della piazza, sempre in stile gotico, fa bella mostra di sé la basilica di San Francesco d'Assisi, con all’interno sepolture, dipinti, sculture e resti di affreschi del XIV e XV secolo.
La passeggiata ideale prosegue con la visita a due splendide architetture religiose immerse nella discrezione dei vicoli del centro storico: la Chiesa di Sant'Eufemia, il cui nucleo primitivo risale a prima dell’anno Mille e la Chiesa di San Sisto, ottimo esempio di architettura rinascimentale, le cui fondamenta, però risalgono addirittura al 874. Preceduto da un ampio chiostro, l’interno si dispiega a tre navate, pregevole modello di arte costruttiva del primo Rinascimento.
Per questa chiesa Raffaello dipinse la “Madonna Sistina”, ceduta nel 1754 dai Benedettini ad Augusto III re di Polonia e ora è esposta alla Gemäldegalerie di Dresda.
L’originale è sostituito da una copia che fa sfoggio di sé sopra l’altare maggiore.
In questo tragitto tante sono, immobili e silenziose, le architetture che disegnano i tratti della antica storia della nostra città.

Riferimenti

www.xerra.it

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