Orgoglio Piacenza

Paolo
Sckokai

Direttore del Dipartimento di Economia Agro-alimentare
Università Cattolica del Sacro Cuore

Chi sono

Un cognome di origini austroungariche, ma una famiglia piacentina da qualche generazione.
Dopo aver conseguito la Laurea in Scienze Agrarie, ha ottenuto un Master alla Iowa State University e, in seguito, un Ph.D. all’Università degli Studi di Padova in Economia Agraria e Alimentare.
Ha lavorato come analista economico presso la Direzione Agricoltura e Commercio dell'OCSE a Parigi e, come consulente, per diverse organizzazioni nazionali e internazionali, tra cui la FAO, l'OCSE e la Commissione Europea. Recentemente è diventato presidente dell’Associazione degli Economisti Agrari Europei.
Insegna Economia Agroalimentare all’Università Cattolica del Sacro Cuore, nella sede che Padre Agostino Gemelli ha voluto fondare al di fuori della cerchia dei bastioni milanesi proprio perché, nella sua visione, doveva essere in qualche modo anche fisicamente vicino alla terra e alle zone produttive.
Si occupa di economia dell’agricoltura e dell’alimentazione, che vuol dire preoccuparsi di quelli che sono gli aspetti economici di tutto quello che ha a che fare con la produzione di cibo.
Parte del suo lavoro è anche preoccuparsi del contesto di policy degli alimenti, come la relazione tra agricoltura e cambiamento climatico, piuttosto che le informazioni ai consumatori o l'educazione alimentare, per incentivare diete più salutari e più sostenibili.
Crede fortemente nello sviluppo delle connessioni internazionali nel campo della ricerca e nello sviluppo di progetti di valore sociale.

Perché Piacenza

Piacenza è innanzitutto il territorio in cui sono nato e cresciuto, ma è anche un luogo dove è assolutamente bello vivere e lavorare.
Il piacentino appare spesso come una persona chiusa e diffidente; in realtà è un popolo estremamente generoso e capace di esprimere vitalità e gratuità nell’offrirsi alle necessità degli altri, il tutto senza aver bisogno di grossi clamori.
Questo lo si vede soprattutto dalla grande vitalità del volontariato, senza il quale Piacenza sarebbe molto più povera.

Passioni

Occupandomi di cibo, non posso che esserne un grande estimatore, e, per nostra fortuna, è davvero un’istituzione della nostra provincia, dove è facile incappare in prodotti di altissimo livello.
Mi piace tantissimo la corsa, vissuta come attività non solo del corpo, ma anche della mente: partecipo, come manifestazione estrema del mio essere sportivo, a mezze maratone e normalmente, anche se non con la frequenza con cui vorrei poterlo fare, mi alleno lungo i percorsi della campagna piacentina, sempre diversa nell’evolversi delle stagioni.
Amo la montagna, anche quella meno appariscente, come quelle presenti nella nostra provincia.
Sono molto incuriosito e attratto dall’arte moderna per il modo in cui riesce ad esprimere concetti, sentimenti e valori.

Cosa vorrei raccontare di Piacenza

Il mio luogo del cuore è senza dubbio l’alta Val Nure, che ho frequentato fin da bambino.
Credo che in quei monti che incorniciano l’alta valle si possano trovare delle perle imperdibili per gli amanti della natura, una forma di turismo lento che regala serenità: dal lago Moo, splendido nel periodo della fioritura delle ninfee, fino al Monte Carevolo, che spicca ben riconoscibile anche da lontano, passando per il lago Bino, il Prato Grande, il Monte Ragola, il Monte Nero e il Lago Nero, luoghi conosciuti soprattutto a noi piacentini, ma che davvero consiglierei a qualunque visitatore appassionato di natura, sempre diversi nel susseguirsi delle stagioni e sempre pronti a regalare suggestioni e scorci inattesi.
A chi invece si approccia alla città, consiglierei di andare a scoprire il patrimonio delle chiese piacentine: dal Duomo a Sant’Antonino, da San Sisto a San Savino fino alla basilica di Santa Maria di Campagna, questi edifici hanno uno stile unico e ci aiutano a riscoprire la storia millenaria della nostra città.

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