Elena
Pantaleoni

Chi sono

Entra nell'azienda, sulle prime colline della Val Trebbiola, nel 91 portando in azienda le sue istanze ovvero dare il valore culturale che merita il valore agricolo.
Partendo dal rispetto per il territorio e dalla voglia di valorizzare il terreno (terre rosse antiche, ricche di argilla e ferro e molto povere di azoto) su cui coltiva uve ricche di zuccheri ottenendo quindi vini strutturati ricchi di alcool che, nella loro espressione più rappresentativa, necessitano un lungo affinamento in legno.
Produce seguendo la filosofia di vino naturale, portando in bottiglia le caratteristiche naturali del territorio, che donano identità e personalità al vino, l’annata e il vitigno.
Il compito della cantina, nella sua idea di vino, è semplicemente riuscire ad esprimere questi valori nelle bottiglie.
Crede nel vino come rappresentante del luogo di origine, che ne trasmette la vera essenza e, come tale, difficilmente in concorrenza con i vini anche della stessa provincia, proprio perché semplicemente diversi, come diverso è il territorio che esprimono.

Perché Piacenza

Piacenza è il luogo dove sono nata e dove ho scelto di vivere e lavorare.
Lavorare con la natura mi rende intimamente legata a queste colline, perché il mio vino è esattamente figlio e rappresentativo di questo posto e di nessun altro.
Piacenza è un luogo di grandi opportunità, tante ancora da esprimere, e, proprio per questo entusiasmante. Perché c’è ancora tanto da fare e comunicare di Piacenza

Passioni

Libri soprattutto, e ovviamente vino, ma anche l’agricoltura in generale con tutte le sue sfaccettature, dall’orto ai fiori.
Sono appassionata di storie e persone, anche per il piacere di poterle metterle in relazione.

Cosa vorrei raccontare di Piacenza

Piacenza ha scorci di bellezza assoluti dal Po, con le sue anse, alla città, con i suoi palazzi da scoprire, all’Appennino con i suoi borghi semiabbandonati che mi lasciano ogni volta senza fiato.
Se dovessi parlare di un posto in particolare direi Bobbio, con le sue offerte. Il cinema, il Ponte Gobbo di origine romana, il borgo stesso di origine medioevale, la Diocesi così importante, i cammini e la Pietra Parcellara, così lunare che qualcuno la definisce “la nostra Ayers Rock”

Riferimenti

www.lastoppa.it